Le opere selezionate da Galimberti per MON sono immagini oniriche e rilassanti quanto la casa stessa, semplici e fragili quanto fragile è lo sguardo della fotografia.
La collezione “Immagini Silenziose” rappresenta un diario di bordo, filtro di sensazioni ed emozioni visive scandite dal ritmo di scatti singoli, che lasciano un sapore lirico e re interpretativo della realtà. Le immagini nel loro dinamismo strutturano un dialogo fra il tempo della memoria ed il tempo declinato all’imperfetto, come sospeso tra sogno e desiderio.
Attraverso gli scatti di Galimberti si percepisce un occhio che vuole bene al mondo, che accarezza tutte le etnie e tutte le religioni. Uno sguardo trasposto su pellicole sperimentali, anch’esse delicate, memoria di un dogma di cui dobbiamo essere consapevoli: la vita è effimera.
Molte delle fotografie selezionate sono state scattate a Parigi, città cara all’artista e suo unico vero laboratorio della visione fotografica dal 1997 ad oggi. Parigi ha per Galimberti un sapore dolce e amaro, è la città del tempo mai trascorso. Mai trascorso con suo padre. Un viaggio rimasto incompiuto dal 1977, anno della scomparsa improvvisa del padre Giorgio. Dalla perdita del padre nasce in lui un senso di vuoto ed il bisogno fisico di colmarlo.
Svariate sono le ispirazioni che Galimberti trae dall’ambiente parigino: dalla scuola del Bauhaus ai movimenti d’avanguardia del Cubismo, del Dadaismo e del Futurismo con particolare attenzione al lavoro di Duchamp, Braque, Picasso, Breton e Jean Cocteau. Galimberti paragona la sua ossessione nella ricerca dello scatto come contenitore di stimoli sensoriali, a quella dell’inquadratura di Mario Schifano ed dei suoi assemblaggi oggettistici; ai readymade dadaisti di Duchamp; al gioco di contrasto tra luci ed ombre delle opere di Man Ray.