Permanenza a Mon significa full-immersion in un ambiente in cui tutto quello che lo compone è legato visceralmente alla terra e alla storia del luogo. Le prelibatezze, i materiali, gli oggetti raccolti rappresentano la parte tangibile del nostro territorio, così come la musica, la poesia e l’arte ne rappresentano l’anima e la parte più intima. Le opere d’arte raccolte non sono una esposizione museale bensì il proseguo del nostro concetto di accoglienza: stimolo al pensiero, al sogno e al senso di appartenenza e integrazione al luogo. Attraverso l’anima sensile e delicata di Maurizio Galimberti ed Alfredi Rapetti si avvia il dialogo tra la fotografia, le immagini silenziose, e la pittura, indagine sul divenire delle cose e sui sentimenti. I ricordi e le sensazioni che provocano le opere di Galimberti e Rapetti ci toccano nell’intimo e ci rimandano all’essenziale. Con particolare riferimento alle langhe, i fondamentali su cui si erge il presente sono sotterrati da anni di progresso e frenetici cambiamenti ma sono tuttora ben visibili perché immortalati nei preziosi scatti di Bruno Murialdo, immagini che ci riportano alle radici della nostra cultura e dei nostri valori. L’occhio ironico e colto di Murialdo coglie la sintesi della nostra cultura così come conciso è il tratto di Claudio Bernardi e la sua rappresentazione del paesaggio odierno, un paesaggio contraddistinto da segni ben riconducibili a nessun altro luogo se non alla Langa, segni netti e astratti di un paesaggio che è fortemente culturale ancor più che naturale.